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Affrontare il Remote Working in modo “smart”

Il COVID19 sta cambiando profondamente la vita all’interno delle aziende ma soprattutto il modo di approcciare il lavoro e si sta rivelando come uno dei trend trainanti degli ultimi mesi che ha accelerato lo Smart Working, che ha imposto i dipendenti a lavorare da casa. IDC, importante società di ricerche di mercato, ha sottolineato come entro il 2023, in Europa, oltre due terzi dei manager si troverà a gestire team di lavoro svincolati da limiti di luogo e di tempo. Le aziende, sempre secondo IDC, spenderanno nel 2020 oltre 970 milioni di euro in applicazioni software per la collaboration e il content workflow management, soprattutto in ambiente cloud.

I Numeri

In Italia ci sono 8,2 milioni di dipendenti che svolgono un lavoro che potrebbe godere della digital trasformation. Durante il primo lockdown, il 68% dei lavoratori è riuscito da remoto a svolgere tutte le attività, il 29% non è riuscito a svolgere solo una parte delle attività, spesso a causa della mancanza di processi e dati digitalizzati, mentre solo il 3% dichiara di non essere riuscito a portare avanti la maggior parte delle attività. Non solo, la maggior parte dei lavoratori ha dichiarato di aver apprezzato i vantaggi dello Smart Working e di voler continuare a praticarlo anche a regime. Interessante notare come questa pratica non sia più prerogativa delle grandi aziende ma anche delle PMI, che si trovano nella condizione di dover far andare avanti il loro business.

Smart Working o Remote Working?

La fretta di mandare la gente a casa a lavorare ha creato confusione con l’utilizzo dei termini, portando tante aziende a parlare di Smart Working invece di Remote Working. Per il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, lo Smart Working è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro; una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività. Lo Smart Working si innesca in un percorso di profondo cambiamento culturale e richiede un’evoluzione dei modelli organizzativi aziendali; non vuol dire soltanto lavorare da casa e utilizzare le nuove tecnologie, ma è soprattutto un paradigma che prevede la revisione del modello di leadership e dell’organizzazione, rafforzando il concetto di collaborazione e favorendo la condivisione di spazi. E’ chiaro che durante il periodo del lockdown nessuna azienda si sia potuta mettere a rivedere i propri processi produttivi e tanto meno è stato possibile durante il periodo estivo, in quanto la necessità di recuperare il terreno perso ha portato a non fermarsi neppure durante il periodo in cui la maggior parte delle aziende sono ferme.

Quindi, la maggior parte delle aziende italiane, piccole o grandi è indifferente, hanno adottato il Remote Working con metodi più o meno “smart”.

Teamviewer o Peggio…

Quali sono stati i metodi di accesso dati agli utenti per poter lavorare da casa? Se l’azienda era preparata, oppure ha fatto in tempo ad organizzarsi, ha dotato i suoi dipendenti di notebook e quindi lo spostamento da un luogo all’altro è stato meno impattante del previsto. Tuttavia, se l’azienda non ha mai pensato al concetto di mobilità, ha scelto per metodi più grezzi come far portare a casa il desktop con tanto di monitor; se per un secondo tralasciamo la difficoltà che questo ha creato nei dipendenti, soprattutto in ambito di spazio e gestione, in molti casi ha sovracaricato i reparti IT nel doversi mobilitare a rendere funzionali tali computer per poter lavorare da remoto.

Poi ci sono quelle aziende che hanno pensato di avere una via di mezzo e di usare strumenti come Teamviewer per consentire ai propri utenti di poter lavorare da casa, con il computer personale, ma accedendo al proprio dispositivo posizionato in azienda. Altre, invece, che non avendo una VPN hanno dovuto utilizzare queste piattaforme per consentire ai propri dipendenti di accedere al software gestionale pur avendo un computer portatile aziendale. La scelta si può considerare giusta ma lo strumento è totalmente errato, perchè Teamviewer e simili non nascono per questo scopo, bensì per l’assistenza da remoto; non a caso, negli ultimi mesi sono state riviste le metriche di utilizzo software per evitare comportamenti non idonei, oltre ad aver introdotto dei prezzi più accessibili per chi deve lavorare da casa.

Teamviewer non è stato l’unico prodotto utilizzato per lavorare da casa, perchè di questi software ce ne sono diversi e le aziende hanno cercato di trovare la soluzione più economica per ottenere la massimo risultato con il minimo sforzo. Il contro di queste soluzioni è la mancanza di controllo in termini di sicurezza, di governance e di performance oltre ad essere sbagliato come concetto di fondo a livello di implementazione. Se è vero che in Italia siamo molto avvezzi a certe cose, soprattutto quando la fretta ci si mette contro, non si può pensare ad una politica di risparmio o arrabattata alla buona. L’informatica è un servizio e come tale è necessario investire su di essa.

Parallels RAS

Parallels Remote Application Server è la soluzione capace di pubblicare applicazioni e desktop, all’interno ed all’esterno della vostra infrastruttura in modo facile, veloce e sicuro. Compatibile con le maggiori tecnologie presenti sul mercato (Microsoft, VMware, Nutanix), RAS è capace di offrire servizi per tutte le tipologie di aziende. Che si tratti del vostro gestionale, o del computer remoto degli utenti, la fruizione generale risulterà più efficace grazie ai diversi metodi di accesso come client (disponibile per PC, macOS, Linux, iOS ed Android), tramite portale web HTML5 o Chomebook. Quando si parla di Parallels RAS si parla di una piattaforma studiata per tutte le realtà aziendali che offre tutto quello che riguarda la scalabilità, la sicurezza, la compliance e la governance. Grazie all’implentazione delle policy, ed all’integrazione con Active Directory, l’amministratore può predefinire e limitare le impostazioni di controllo degli utenti finali, come la tipologia di connessione, le unità remote, la stampa e le impostazioni degli appunti.

Parallels RAS può essere implementato tranquillamente sui propri server ma anche sul cloud; questo aspetto non è da sottovalutare in uno scenario in cui si vuole garantire una continuità di servizio in caso di critical failure, come la rottura del vostro server. Grazie alla sua semplicità, il prodotto può scalare per gestire migliaia di connessioni, soddisfando così anche i più importanti scenari aziendali.

Sicurezza

Perchè Parallels RAS, che offre l’accesso tramite un classico client, oppure un portale web, dovrebbe essere più sicuro di un programma come Teamviewer? Perchè, oltre all’inserimento della username e della password, possiamo attivare un sistema di Multi-Factor Authentication come Google Authenticator che non costa niente ma che eleva la sicurezza ad un livello più alto, perchè certifica che l’utente che si sta collegando da remoto sia effettivamente lui, soprattutto in quegli scenari in cui la password può risultare semplice.

Opzioni MFA

Autenticazione Google

Get Started

Siete interessati a capire come implementare Parallels Remote Application Server all’interno della vostra azienda? Contattaci oggi all’indirizzo mail marketing@insidetechnologies.eu